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di quel tuo novo sapere. Volgete gli occhi alle scuole pittoriche della nostra Italia, certo che non mancano modelli; ma vennero da paesi stranieri. Dove non si sapeva dipingere molti tratti sul bello, sul sublime, sulla grazia; pure alcuni Italiani che non sapevano dipingere, ma che voleano almeno avere nome di maestri o giudici di pittura, estesero così que’ tratti, che i dottori divennero pittori, e li scrittori dottori; ed ho udito i nostri pennelleggiatori dissertare sul perchè, ma sul fatto hanno perduto il come quel come di Raffaello e di Correggio e di mille altri, che giovanetti lo conseguivano quando non v’erano libri metafisici, ma studiavano la natura, ed esprimevano i sentimenti e gli affetti, che questa eterna maestra degli artefici e de’ letterati alimenta variamente e perpetuamente nelle viscere umane. Ora per seguire come meglio da noi si potrà l’ordine stabilito dalla natura, considereremo sempre riuniti que’ sei capitoli d’onde a mio parere parte e ritorna ogni principio ed ogni conseguenza della letteratura. — Dividerò la letteratura in poeti, storici, ed oratori, e questi tre generi ciascheduno nella sua specie. All’esame di ogni specie ridurrò tutti gli individui. Così, per esempio, parlando del poema