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Da questo terzo capitolo emerge: I. che lo stato di natura, di guerra e di società sono una cosa sola ed identica, e che non vi possono essere uomini, senza una specie qualunque di letteratura: II. che le distinzioni di stato, di natura, e di società sono fantasmi platonici da lasciarsi a Rousseau ed a’ suoi partigiani, perchè Rousseau dividendo la natura dell’uomo dalla società, pianta per principio delle sue declamazioni, che le lettere essendo frutto delle società corrompono la natura dell’uomo; e frattanto in quel suo discorso contro le lettere e le scienze ammettendo per assioma, che nascano dalle passioni degli uomini, come per esempio, a quanto egli dice: = la geometria nacque dall’avarizia, l’astronomia dalle superstizioni, la poesia dalla credulità, l’eloquenza dall’ambizione, = egli sovverte da se medesimo il suo pomposo edificio, da che se le lettere e le scienze nascono dalle passioni, egli doveva prima mostrare che la natura concede agli uomini di dar corso diverso alle loro passioni, e indicarci il mezzo di cangiare la natura dell’uomo. III. Gli uomini Cosmopoliti saranno sempre trepidi cittadini, e trepidi cittadini sono dannosi letterati: IV che niun letterato sarà utile e glorioso, se non conosce le