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pio, bisogna studiare i grandi esemplari; per arricchirsi d’idee proprie, bisogna avere sensazioni proprie, e desumere il vero morale per mezzo delle passioni; per propagare negli altri l’esercizio delle passioni, e la cognizione del vero morale, bisogna conoscere come gli altri possono sentire, e sappiano ragionare.
Da questo secondo capitolo emerge: I. che chiunque posseda le doti naturali di cui si è detto nel capitolo primo, non potrà farle fruttare senza lo studio: II. che questo studio consiste nell’esempio de’ grandi modelli: III. che allo studio de’ grandi modelli per avere una norma, conviene congiungere lo studio del mondo e del cuore umano, e la natura vivente per avere un’originale: IV. che gli uomini romiti claustrali, legati a qualunque setta accademica o religiosa, che prescriva le facoltà dell’uomo nelle imprese degli ingegni, e specialmente i letterati da tavolino senza sperienza di mondo non possono riuscire utili letterati mai.