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che non può guardare se non la pubblica utilità, e la misera plebe che ciecamente obbedisce alle supreme necessità della vita, in quei cittadini che soli devono e possono prosperare la patria perchè hanno e tetti e campi, ed autorità di nome, e certezza di eredità, e che quando possedono virtù civili e domestiche, hanno mezzi e vigore d’insinuarle tra il popolo e di parteciparle allo stato? L’alta letteratura riserbasi a pochi, atti a sentire e ad intendere profondamente; ma que’ moltissimi che per educazione, per agi e per l’umano bisogno di occupare il cuore e la mente sono adescati dal diletto e dall’ozio tra’libri, denno ricorrere a’ giornali, alle novelle, alle rime; così si vanno imbevendo dell’ignorante malignità degli uni, delle stravaganze degli altri, del vaniloquio de’ verseggiatori; così inavvedutamente si nutrono di sciocchezze e di vizi, ed imparano a disprezzare le lettere. Ma indarno la Ciropedia e il Telemaco, tramandatici da due mortali cospicui nelle loro patrie per dignità e per costumi, ne ammoniscono che la sapienza detta anch’essa romanzi alla Musa e alla Storia; indarno il viaggio d’Anacarsi ci porge luminosissimo specchio quanto possa un romanzo senza taccia di menzogna iniziare i men dotti nel santuario della storica filosofia; indarno e i