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grime le liberalità della famiglia de’Medici verso le arti belle e le lettere; ma si aspettò che un inglese, dissotterrando i tesori de’ nostri archivi, rimeritasse i principi italiani d’un esempio che illuminò la barbarie dell’Europa; si aspettò che la storia de’ secoli di Lorenzo il magnifico e di Leone X ci venissero di là dall’oceano. O Italiani, io vi esorto alle storie, perchè niun popolo più di voi può mostrare nè più calamità da compiangere, nè più errori da evitare, nè più virtù che vi facciano rispettare, nè più grandi anime degne di essere liberate dalla obblivione da chiunque di noi sa che si deve amare e difendere ed onorare la terra che fu nutrice ai nostri padri e a noi, e che darà pace e memoria alle nostre ceneri. Io vi esorto alle storie, perchè angusta è l’arena degli oratori; e chi omai può contendervi la poetica palma? Ma nelle storie tutta si spiega la nobiltà dello stile, tutti gli affetti delle virtù, tutto l’incanto della poesia, tutti i precetti della sapienza, tutti i progressi e i benemeriti dell’italiano sapere. Chi di noi non ha figlio, fratello od amico che spenda il sangue e la gioventù nelle guerre? e che speranze, che ricompense gli apparecchiate? e come nell’agonia della morte lo consolerà il pensiero di rivivere almeno nel petto de suoi cittadini, se vede che la storia in Italia non tramandi i no-