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258 | trattato di prospettiva — rilievo |
Tuttavia i loro numerosi lavori in questo genere non rispondono all’idea che abbiamo enunciato sulla destinazione e sul carattere de’ bassi rilievi, considerati nella maggior perfezione, e, sotto questo aspetto, hanno dato luogo a vive critiche..... “Se ben si esamina la maggior parte de’ bassi rilievi antichi, si troverà ch’essi non sono veri bassi rilievi, ma opere di tutto rilievo, tagliate in due d’alto in basso, di cui una metà è stata applicata e fissata sopra un fondo tutto unito1„.
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Non prima del quindicesimo secolo l’arte del basso rilievo ha assunto presso i moderni il suo carattere d’imitazione. L’importante innovazione è dovuta a Lorenzo Ghiberti che nelle porte del paradiso applicò tutti gli aiuti della prospettiva lineare, di cui egli aveva già fatto uso con grande successo nella pittura.
“La buona prova fatta da Ghiberti fu l’origine della nuova scuola fondata sulla pratica della prospettiva. Questo genere s’incontra nella maggior parte de’ bassi rilievi degli scultori celebri del quindicesimo e del sedicesimo secolo... Nel secolo decimosettimo il basso rilievo fece un nuovo progresso che gli permise di emulare la pittura ne’ quadri storici in grande. Fu un altro italiano, il celebre scultore Algardi, che concepì e mandò ad effetto questa estensione dell’arte, componendo in basso rilievo un vasto quadro di storia. La riuscita fu prodigiosa, e d’allora in poi il basso rilievo divenne una nuova maniera di dipingere, i cui principj si identificarono con quelli della pittura propriamente detta.
Bisogna dunque distinguere, nell’arte del basso rilievo, la scuola antica e la moderna; gli spedienti di questa, sconosciuti alla prima o almeno da essa raramente e lievemente usati, sono dovuti alla pratica della prospettiva nella rappresentazione delle varie parti del soggetto e nel degradamento delle loro distanze.
Questa conclusione risolve la quistione che ci eravamo proposta e ci autorizza a dire, insieme coi grandi maestri e coi più giudiziosi apprezzatori delle loro opere, che per dare all’arte del basso rilievo tutta l’estensione e l’eccellenza di esecuzione di cui è suscettibile, è d’uopo assoggettarla alle leggi rigorose della prospettiva, nel modo che la pittura sì felicemente vi si è sottomessa, verso la stessa epoca del quindicesimo secolo.
Ma quali sono queste leggi rigorose desunte dai principj della prospettiva, che i moderni scultori hanno applicato con successo sì grande, da doverle risguardare come il vero fondamento dell’arte del basso rilievo? Ossia, per dare al quesito una forma più scientifica, diremo: dato un soggetto o modello, in qual modo si costruirà una nuova figura che offra in tutt’i sensi quelle degradazioni di distanze, quali si osservano nella semplice prospettiva sopra un piano?