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trattato di prospettiva — rilievo. 257

osservate nella statuaria, è egli bene prescriverne, e saranno esse accettate, ovvero si reputeranno incompatibili col fine cui si mira nel basso rilievo e contrarie all’indipendenza reclamata dal genio dell’artista?

Queste domande si propose il signor Chasles nel rapporto ch’egli fece all’Accademia di Francia, intorno all’opera del Poudra. Alle quali egli assai saviamente seppe rispondere, interrogando la storia dell’arte.

Basso rilievo è una costruzione poco sporgente da un fondo piano o curvo, destinata a rappresentare l’insieme di più oggetti formanti una scena, che può occupare, sopratutto in profondità, un’estensione più o meno grande. Le dimensioni di questa scena ponno trovarsi singolarmente diminuite di sfondo nel basso rilievo; e l’arte dello scultore consiste nello inspirare allo spettatore, come fa la pittura in un semplice quadro, non solo il sentimento delle forme particolari delle varie parti della scena, ma anche il sentimento delle loro posizioni rispettive e delle vere distanze de’ diversi piani in cui esse si trovano. Queste due condizioni riunite offriranno all’occhio e all’intelletto l’apparenza e l’imagine perfetta del soggetto, come esso esiste realmente e naturalmente; e tale è il più elevato fine che possa proporsi l’arte del basso rilievo.

Le decorazioni teatrali, benchè vi si faccia uso della pittura e di tutti i suoi spedienti per produrre illusione all’occhio, partecipano essenzialmente all’arte del basso rilievo e dipendono dalle stesse regole di costruzione, perchè la prospettiva vi si fa sopra piani differenti e diversamente spazieggiati.

Lo stesso vale dell’architettura de’ grandi edifizi, ove si ha a determinare, dietro quelle regole, la disposizione delle diverse parti del monumento, e le forme e proporzioni de’ suoi ornamenti, come colonne, statue, volte, ecc., avuto riguardo al loro allontanamento in isfondo ed in elevazione.

La composizione de’ giardini, uno de’ rami dell’architettura ove ha la più gran parte l’effetto prospettivo, desume anch’essa i suoi principj dall’arte del basso rilievo.

La scienza de’ bassi rilievi non è dunque circoscritta all’arte plastica, propriamente detta, ma è anzi suscettibile d’applicazioni svariate, aventi tutte per fine principale l’imitazione e l’illusione.

Ciò dovrebbe autorizzarci a sperare di rinvenire nell’antichità alcune tracce delle regole che hanno potuto guidare gli artisti nelle loro composizioni. Imperocchè è noto il gusto de’ Greci e de’ Romani pei templi e pei teatri, e si sa ch’essi avevano scritto sulla scenografia, la quale divenne un’arte particolare fondata sui principj della prospettiva.

La perfezione delle loro opere in tutto rilievo, comprovata dalle testimonianze di ammirazione che molti storici contemporanei ci hanno trasmesse e dai modelli che a noi sono pervenuti, sarebbe un altro argomento per pensare ch’essi abbiano coltivato con buon esito anche l’arte del basso rilievo.

Cremona, tomo I. 17