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134 | sulle superficie di second’ordine omofocali. |
coniche di stringimento:
3) |
la prima delle quali è tutta all’infinito.
La forma dell’equazione (1) mostra che tutte le superficie del sistema hanno il centro all’origine, e che per esse i piani coordinati costituiscono una comune terna di piani diametrali coniugati.
Si supponga la prima conica immaginaria cioè α, β, γ abbiano lo stesso segno, ed invero, com’è lecito supporre, positivo. In virtù della (2), le a, b, c non potranno esser tutte positive, nè tutte negative; perciò, delle altre tre coniche, una è immaginaria e le altre due sono reali ma di specie diversa: un’ellisse ed un’iperbole.
Esprimiamo ora le condizioni che la prima conica sia circolare. La sfera di raggio = 1 e col centro all’origine è rappresentata dall’equazione:
— 2vt (cos μ — cos ν cos λ) — 2tu (cos ν — cos λ cos μ)
= w2 (1 — cos2 λ — cos2 μ — cos2 ν + 2 cos λ cos μ cos ν),
ove λ, μ, ν sono gli angoli fra gli assi coordinati. Ora, il cerchio immaginario all’infinito è la linea dell’ideale contatto fra la sfera ed il suo cono assintotico; onde, facendo w = 0 nell’equazione precedente, avremo l’equazione del cerchio immaginario richiesto.
Affinchè l’equazione risultante coincida colla prima delle (3) dev’essere:
cioè i piani diametrali comuni alle superficie (1) devono essere i loro piani principali; ed inoltre:
Posto, com’è lecito, α = 1, l’equazione (1) diviene:
I quadrati de’ semiassi di questa superficie sono: