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146 | lettera a antonio rosmini |
imperfettamente come ad essere annullato, ma posto che egli sia imperfettamente, si serve di quella parte di esistenza e di forza che ha, per acquistare quell’altra parte che ancora non ha. Ed è qui da osservarsi, che la forma naturale di un ente è suscettiva di aumento, dimodochè per essa non s’intende già quella sola che è inseparabile da lui, ma anche quella che acquista, aumentandosi, come accade al bambino, che si fa uomo, o all’animo che oltre le facoltà native acquista degli abiti; e per dirla con una definizione universale “tutto ciò che in un ente è immanente e non puramente transeunte„ ripugnando ogni ente a spogliarsi di ciò che ha stabilmente acquistato, e così reso a sè stesso natura e propria forma.
Sono corollari di questa avvertenza, la spiegazione
1.º Del perchè la mancanza di certi beni non produca dolore e la mancanza d’altri sì.
2.º Del perchè la mancanza di certi beni non produca dolore in alcuni enti della stessa specie, e in altri sì.
3.º Del perchè non produca dolore la mancanza di certi atti transeunti sebbene piacevoli in sè stessi, onde il dolore non è la mancanza di qualunque piacere, ma d’un certo pia cere immanente e naturale, che costituisce il soggetto senziente nella forma che ha per natura, o che ha acquistata.
4.º Del perchè la privazione di certi atti transeunti piacevoli diventi molesta e dolorosa in alcuni che hanno acquistato l’abito ad essi relativo; e questa spiegazione è, che questi atti transeunti diventano necessari alla conservazione dell’abito permanente, il quale è forma acquistata e appartiene agli atti immanenti che l’ente non vuol perdere, perché tutto ciò che ha di attuale (e anche nell’abito c’è un’attualità) gli è piacevole.
Una terza domanda ancora si fa qui avanti: quali sono gli ostacoli pei quali l’ente senziente non può emettere tutto l’atto del suo natural sentimento? E qui verrebbe necessario indicare, come tutti i sentimenti degli enti finiti hanno bisogno di certi termini, come il sentimento corporeo ha bi sogno della materia del movimento e dell’organismo e in una parola di una continua riproduzione degli stimoli corporei; il sentimento intellettuale ha bisogno degli oggetti, e quindi la pena che si soffre, quando si cerca qualche verità che non si trova; il sentimento morale pure ha bisogno de’ suoi propri oggetti in cui termini l’affetto ecc. E se i termini in cui finisce stabilmente l’atto del sentimento vengono in parte tolti via, non in tutto (chè lo stesso sentimento s’annullerebbe), allora il principio senziente si sforza d’averli o di ricuperarli e reintegrarli, e lotta colle difficoltà che ci trova.