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la sua gloria. Si fece in modo che, dovendo guerreggiare contro i Turchi, ei mancasse di tutto: se gli diede biasimo ch’ei non frenasse le scorrerie de’ Tartari, quando non aveva che quattromila uomini. Si accusava ordinariamente di timidezza, e per questa accusa ei dovette l’anno 1675 rimoversi dal comando dell’esercito. La ragione e l’equità non sarebbero state forse bastevoli a giustificarlo, se l’esito per avventura non lo avesse fatto trionfare a malgrado degli emuli. P.

34 Giorgio Volfango Wedelio, nel catalogo de’ patroni e colleghi dell’Accademia Leopoldina de’ Curiosi della Natura, posto al principio della decuria II per l’anno 1682, colloca a capo di tutti il Montecuccoli, aggiungendovi le parole seguenti: Qui quondam fuerat praeses nostri ordinis, eheu! serenissimus princeps ac heros dominus D. Raymundus sacri Romani Imperii comes de Montecuccoli, dominus in Hoen-eg, etc., col restante de’ suoi titoli,
Jam nunc aetherea sede beatus ovat. P.





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