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e sovrano di Sedan, e di Elisabetta di Nassau, figlia del principe Guglielmo di Oranges, e sorella del principe Maurizio. Non è mia intenzione, né di mio istituto ragionare di lui. Tutto sarebbe superfluo quanto io potessi dire in sua lode dopo un Fléchier e tanti altri dotti e facondi oratori, che lo hanno meritamente celebrato. A me basterà di averlo comparato al Montecuccoli, parendomi che tutte le lodi sieno in quest’unica riepilogate. Ei morì di una palla di cannone, mentre osservava un luogo per collocarvi una batteria. Non avendo comunicate le sue intenzioni ad alcuno, il conte di Lorges suo nipote, preso il comando dell’esercito, ripassò il Reno, e vi fu inseguito dal Montecuccoli, il quale poi pose assedio ad Haguenau, e a Saverne. Il principe di Condé, sopravvenuto al comando dell’esercito, lo necessitò a levare uno degli assedii, e gli ordini superiori della sua corte lo distolsero dall’altro. Poco appresso seguì la pace. I grandi avvenimenti producon sempre alcune novelle. Piacevolissima è quella che seriamente racconta madama de Sévigné alla occasione della morte del gran Turenna. «Si dice (così ella scrive) che il Montecuccoli, dopo aver certificato il signor di Lorges del suo rammarico per la perdita di sì gran capitano, gli fece pur sapere che gli lascierebbe ripassare il Reno, non volendo esporre la sua fama alla furia di un esercito inferocito, e al valore della gioventù francese, cui nulla nel primo impeto può resistere». Lettres de madame de Sévigné, lettre 2o3. P.

Da un’altra lettera di madama de Sévigné appare quanto il Turenna reputasse il Montecuccoli: Quand Turenne eut fait passer à loisir ses troupes, il se trouva content, et dit à monsieur de Royes: «Tout de bon; il me semble que cela n’est pas trop mal, et je crois que monsieur de Montecuccoli trouverait assez