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Montecuccoli ebbe un cavallo ucciso, e fu ferito egli stesso. L’anno 1648 il Königsmarch e il Turenna passarono il ponte da lor gittato sul Danubio presso Laubinghen per andare ad Augusta. Il generale supremo Holtzapel prese in suo ajuto il Montecuccoli. Gli imperiali furon vinti, e morto in battaglia lo stesso Holtzapel. Il Montecuccoli comandò in sua vece, e in mezzo infiniti svantaggi e pericoli, che sempre si moltiplicavano, preservò quel poco che gli restava con gran lode degli alleati, e ammirazione dei nemici. P.

Sembra a noi troppo sommariamente toccata questa ritirata celebratissima anche dagli scrittori avversarii, e principio della fama guerriera del Montecuccoli. Il conte d’Holtzapel, conosciuto dagli storici di quel secolo sotto il nome di Pietro Melandro, perì nell’assalto datogli dal Turenna. Gl’imperiali fuggivano: il duca Ulrico di Wirtemberg, maggior generale dell’esercito, si trincerò sulla sponda del fiumicello Schmult a Zusmarhausen presso Augusta con sette squadroni e tre battaglioni: sostenne per un giorno intero le artiglierie del Turenna; vide intrepidamente perire mezze le sue schiere, e cangiò cinque cavalli uccisi sotto di lui. Per tanta costanza d’Ulrico, il Montecuccoli ebbe campo di riordinare le schiere sbaragliate e fuggiasche, e combattendo sempre con la sua retroguardia contro i Francesi e gli Svedesi vittoriosi, si ritirò con pochissimo danno sotto il cannone d’Augusta. L’eroismo del Duca, e la sapienza del Montecuccoli sono consegnati nella storia del Turenna, e nelle memorie, che questo eroe lasciò, ove parlando del capitano italiano, scrisse: On ne peut pas se mieux comporter qu’il faisoit dans cette retraite (Mem. lib. I, an. 1648). E un uffiziale francese testimonio oculare aggiunge: On loua beau-

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