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dimostrò qual uomo ei fosse, e qual condottiero. Il Tillì, che comandava gli Austriaci, troppo superiori di numero, non si trovò preparato alla nuova tattica svedese, e fu compiutamente disfatto. La battaglia di Lutzen dimostrò qual nazione fossero gli Svedesi. Il Re loro morì: la sua morte si divulgò nel campo: tutt’altro esercito sarebbesi disordinato: essi si proposero di vendicarlo, ed egregiamente ne riuscirono. Gustavo fu dei maggiori uomini, che mai regnassero. Fiero e intrepido soldato, egli era benigno ed umano al medesimo tempo. Si dice, che geloso di non contravvenire alla giustizia, ei non movesse le arme, senza prima consultare il celebre trattato del Grozio sul diritto della guerra e della pace. Grozio, interpretato da lui, approvò ogni cosa, ed approvò anche, che egli occupasse a titolo di compenso la Pomerania vacante per la estinzione de’ suoi duchi. Nella minorità di Cristina, figlia di Gustavo, gli Svedesi, per consiglio del presidente conte d'Oxenstiern, continuarono nelle stesse imprese. Il valore e la scienza del gran Gustavo risorsero ne’ Banner, ne’ Torstedon, ne' Wrangel, ne’ Königsmark, co’ quali il Montecuccoli ebbe a guerreggiare assai volte. La Francia continuò sempre nella loro confederazione, soccorrendoli quando di danaro, quando di genti. Cessò la gloria e la potenza degli Svedesi nell’impero Germanico, quando la Francia ascesa al sommo della grandezza potè operare per se stessa, senza cercare sussidii dal settentrione. P.

17 L’anno 1646 il maresciallo di Turenna erasi congiunto agli Svedesi e agli Hassiani. I primi penetrarono in Boemia. Al celebre Gioanni de Werth e al Montecuccoli fu commesso di discacciarli colle tenuissime forze di ottomila cavalli e duemila fanti. Gli Svedesi furono disfatti colla morte del loro generale Wrangel.