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or corazziero, praticando così tutte le arme che erano in uso al suo tempo. Servì alfiere nella compagnia del colonnello Wrangler. Ebbe una compagnia di corazze nel reggimento del conte Ernesto suo zio. Fu fatto sergente-maggiore nello stesso reggimento. Fu tenente-colonnello nel reggimento Fiston. Passò nello stesso grado nel reggimento del principe D. Annibale Gonzaga. Nel 1635 ebbe il reggimento di cavalleria del principe Aldobrandini, morto nella battaglia di Nordlingen. L’anno 1642 fu promosso al grado di sergente-generale di battaglia. Per la guerra di Castro, Francesco I Duca di Modena lo dichiarò Maresciallo generale delle sue armi. Cessata quella guerra ritornò in Germania, e l’Imperadore lo creò nell’anno 1644 tenente-maresciallo. Poco dopo ebbe il comando supremo delle armi nella Franconia, in assenza del generale Hatzfeld. Ebbe il comando delle armi similmente nella Silesia, e lo ebbe della cavalleria, sotto l’Arciduca Leopoldo, nella Ungheria. Ebbe il comando supremo contra i Francesi nell’anno 1672, e di poi nella stessa guerra del 1674. Lo aveva avuto anteriormente pur nella Ungheria nelle guerre del Turco. Nel 1665 fu dichiarato presidente al consiglio di guerra. P.

8 Un uomo nato per le armi non poteva desiderare scuola migliore delle guerre di Fiandra. Non vi ha esempio di altre, che egualmente durassero. La religione ne fu il pretesto; ma le vere cagioni bisogna dedurle dalla acerbità di Filippo II Re di Spagna e del cardinale di Granvela suo ministro, il quale, promulgati editti che distruggevano i privilegii e il commercio della nazione, puniva come di fellonia qualunque rappresentanza. Dall’altre parte Maurizio di Nassau, mettendosi a capo de’ malcontenti, mostrando di proteggere e la setta di essi, quasi tutti protestanti, e la