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rono di asserire essere allora il Turenna pervenuto al vantaggio, ed aver la morte sua preservato il Montecuccoli dal rossor di soccombere, hanno dimenticato il Montecuccoli nell’anterior campagna espugnatore in faccia a’ nimici della munitissima città di Bona, il tragitto del Reno lungamente conteso, e nobilmente superato, e l’emulo suo condotto alla necessità di una battaglia: hanno dimenticato che il francese assalitore, e deliberato di spaziare largamente per l’Alemagna, fu represso nella frontiera e contenuto nell’angusto circolo di poche leghe: hanno dimenticato che l’Italiano egregiamente sostenne le parti della difesa che erano le sue per allora, di che ne seguita che ei potè meritamente arrogarsi quel titolo di vincitore, che si compete a colui che ha soddisfatto all’intento, al quale ai guerreggiava.
Io però, lasciate a miglior senno del mio queste contese, non dissentirò al tutto dalla opinione di chi reputò essere stati fra que’ due chiarissimi condottieri i lineamenti della più evidente somiglianza. Amendue nipoti di due grandissimi capitani, l’uno del Principe Maurizio, l’altro di Ernesto e loro discepoli; amendue dagli infimi gradi pervenuti a’ supremi: amendue di elevato ingegno, di rettissimo giudizio, e non alterabili per alcuna passione: valorosi abbastanza, perchè niuna nota di timidezza li contaminasse, e abbastanza moderati, perchè non fosse loro rimproverato giammai alcuno eccesso di temerità. Assuefatti a combattere e a vincere per istudio,