campi d’esercizio, sale di scherma, e maestri, e
addestratori, e instruttori senza numero per insegnare
al soldato gregario d’infanteria o di cavalleria
ciò che s’impara con facilità nel giro di pochi
mesi: veggo ottime e liberali istituzioni per
gli uffiziali di questa o quella milizia, e lodo la
saggia provvidenza de’ governi, e ne sento con
riconoscenza i vantaggi. Ma in quella parte ove fa
mestiere di uffiziali e di soldati provati, ove non
bastano anni ed anni d’assiduo studio per arrivare
alla perfezione dell’arte, ove la pratica dee necessariamente
accompagnar la teorica, la quale non
tutte le varietà del sito, del terreno, del tempo, e
dell’azione può ridurre a calcolo esatto; in quella
parte, dico, che, ignorata , porrà in grave repentaglio
la sorte d’una città, quindi quella d’un
esercito, e d’un regno, e che scienziatamente
esercitata salva sovente la vita de’ soldati, ne sminuisce
le fatiche, affretta le conquiste, aumenta
le difese, non vedo pur troppo altre istituzioni,
che un’imperita tradizione pel soldato che eseguisce, e pochi libri pell’ uffiziale che regola i lavori.
Universale è il lamento de’ giovani ingegneri
sulla scarsezza de’ libri che trattano appositamente
della guerra sotterranea con que’ soccorsi che ad
essa dovrebbero essere venuti dall’immenso progresso
delle scienze matematiche, e fìsico-chimiche
in questi ultimi tempi. Ma le nazioni straniere,
studiano questa guerra in silenzio , e non amano
di far parte alle altre di quelle dottrine, che esse
guardano come sorgenti della loro superiorità. Imi