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il Melzo doveva essere composta di cittadini nè frammista a gente di contado. Onde anche il Montecuccoli parla di garzoni e ronzini; e quasi fino a’ dì nostri al soldato di cavalleria grave restava in Francia il titolo di maître.

V. Da parecchie memorie francesi citate dall’enciclopedista, da me non vedute, appare che dal maresciallo Strozzi sino a’ primi anni del regno di Luigi XIV i dragoni erano di poco uso in Francia e in pochissimo numero; bensì dalla storia delle guerre de’ principi di Orange contro la Spagna e da’ commentari delle cose di Germania vedesi che nel secolo XVII i dragoni erano reputati come milizia di grandissima utilità1. Luigi XIV nel corso del suo regno li aumentò sino a 43 reggimenti, e le prime compagnie de’ dragoni del re gli furono inviate dal Montecuccoli; notizia ignota a’ biografi dell’autore, e somministrata dagli autori francesi2. Disgustato il conte della corte imperiale3, trattò col re di Francia e si impegnò ad arruolargli due reggimenti a cavallo. Ebbe il danaro per la leva, ed avea già spedite quattro compagnie di dragoni quando egli si riconciliò co’ ministri cesarei. La probità in lui era pari al valore, e rimandò al re di Francia i danari inviatigli.

  1. Vedi Puffendorfio, De rebus svecicis , e Gian Giacomo Walhausen, scrittore contemporaneo del cav. Melzo, nel suo libro su le regole dell’arte militare, tradotto dal tedesco in francese e impresso a Oppenheim l’anno 1615.
  2. Essai sur la cavalerie tant ancienne que moderne, d’incerto autore, pag. 180: Paris 1756. E il padre Daniele, luogo citato. Aggiungi l’Enciclop. all’art. Dragons .
  3. Le ragioni appariranno dalle lettere tratte dagli autografi del Montecuccoli, che noi stampiamo alla fine del volume secondo.