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favorisce i suoi servitori, così credo, che nella promessa di S. M. sia adempito quel fine, che V. A. commanda, cioè, che ad ogni sua richiesta io sia subito a presentarmi al suo servigio. Ma in tutt’i casi io posso ben assicurare l’A. V. che havendo io ambiziosamente, e per obbligo e per inclinazione dedicato la vita al suo servigio, molto più vi dedico, e vi consacro tutte le sostanze, e che non vi sarà mai ritegno, che m’intrattenga di venire, e di volare a’ suoi cenni. Resta solo, che vengano li suoi commandamenti in tale disposizione, che qui alla Corte, non mi possa essere diametralmente prohibito, e ch’io non havessi a venire, come fuggitivo senza licenza, perchè sarei rovinato di riputazione, e così mi renderei anche inhabile al suo servigio; chè nel resto non curerò cosa alcuna. Parto in questo punto per l’armata, sì come l’ho avvisata avant’hieri, e porto meco la cifra, che secondo il suo ordine mi fu data dal S. Residente, il che servirà d’avviso all’A. V. S. alla quale riverente mi inchino.

Di Vienna lì 16 maggio 1644.

Di V. A. S.


Umilissimo e Devotissimo Vassallo e Servitore
Raimondo Montecuccoli.