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Ma le procelle sopite nel Settentrione, risorsero dall’Oriente più gravi e più minacciose, e Cesare provocato a guerra da’ Turchi, ebbe presto a sperimentare quelle angustie stesse, ond’altri era uscito poc’anzi per la sua beneficenza. L’Austriaca Monarchia, alla quale oggi giorno il magnanimo genio di Maria Teresa e dell’Augusto suo Figlio hanno restituito, se non i Dominj, certo l’antica forza ch’ella godeva all’aureo per lei secolo di Carlo V, languiva allora malferma nelle fondamenta, e debilitata dal peso stesso della propria grandezza24 . L’oro, primo argomento di tutte le imprese, mancava agli erarj, e gli erarj spesso larghi alle profusioni, erano sempre angusti alle necessità: quindi appena le frontiere munite di Presidj: gli Eserciti levati al bisogno, e poi disarmati, e niuna stabilità di difesa: gli Eserciti stessi adunati in gran parte degli stranieri sussidj dell’Imperio, armi sempre nuove, e non mai volontarie: quindi i popoli gravati dall’intrattenimento de’ Soldati, e per occulta avversione nimici de’ loro molesti ed importuni difensori. Al contrario ne’ Turchi erano, siccome25 molti vizj di natural barbarie, così il compenso di molte virtù. Sempre apparecchiati di armamenti e di munizioni, sempre guardati da un Esercito di Giannizzeri perpetuo per costituzione, per necessità veterano: le leve non forzate, non tumultuarie, ma spontanee, ma scelte: la profession militare appresa per iscuola dalla fanciullezza, contenuta dalla atrocità de’ castighi, rialzata dalla larghezza de’ premj, e sola che alle dignità conducesse: un dogma che toglie l’orrore alla morte, e la morte de’ valorosi rallegra di lusinghiere ed immortali promesse: un erario perenne che non teme impoverire: una potenza illimitata, difficile a stancarsi per avversità, ed attissima a stancare anco i vittoriosi. Niuno imperio fu mai così vicino a perire come l’Austriaco a quella occasione, avvegnaché tanta fosse la sua strettezza, che a centomila nimici poté appena contrapporre seimila Combattenti26. E qual uomo senza nota di temerità avrebbe potuto della salute dell’Austria non disperare, salvo un Montecuccoli, al quale fi