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18 cesco III2 al quale le antiche lodi di queste Provincie non son men care, perché quelle del felicissimo suo secolo pur le abbiano vinte e trapassate. Il cui genio magnanimo, sollecito al pari di richiamare tra noi l’antica virtù militare, e la letteraria, si compiacerà certamente della immagine di un chiarissimo vostro Cittadino, nel quale in eccellente grado convennero il valore e la scienza, i pregj della penna e della spada, Raimondo Montecuccoli3. Io non oratore, e della milizia imperito, diffidandomi di aggiugnere e a quella sublimità di stile, che le lodi di tando Uomo richieggono, e a quella profondità di dottrina, che la materia desidera; vi supplico, Ascoltatori, non imputarmi a biasimo, se in questa Cattedra serbata alla più squisita erudizione, e alla più adorna e splendida eloquenza, verrà per me sostituita la ingenua e nuda verità. La verità, della quale io vi prometto fedelmente servare le tracce, la verità vi parrà in sé stessa così grande ed elegante, che non mi saprete malgrado, se io degli esterni, e non suoi fregj non l’avrò rabbellita; e la grand’Anima del Montecuccoli non isdegnerà forse l’umil suo lodatore, se, come lui, di ogni artifizio nimico, lo rappresenti con quella semplicità stessa, colla quale ei visse, e colla quale ei narrò modestamente le sue vittorie. Raimondo Montecuccoli4, Principe del S. R. I., Signore di Hoen-Eg, Gleiss, ed Handorf, Consigliere privato di S. M. Cesarea, Cavaliere del Toson d’Oro, Presidente al Consiglio di Guerra, Camerlengo, Luogotenente-Generale, Generale di Artiglieria, e Governatore di Raab,
2 Le Opere di Sovrano così glorioso, non sono da restrignersi in una nota; senza che oggimai superfluo sarebbe il noverarle, dove tutta la Europa ne è consapevole ed ammiratrice. La povertà ricoverata nel grande Albergo, e nello Spedale, Modena quasi riedificata, la difesa dello Stato proveduta di arme copiose, il commercio agevolato per ampie vie su le più ardue montagne, la pubblica felicità stabilita nelle ottime Leggi, le lettere soccorse e colla doviziosissima Biblioteca, e colla Università grandiosamente creata, ed infiniti altri benefizj procacciati dal suo Governo, son tali vanti, che vogliono essere compiutamente noverati, e descritti da uno storico, e debbonsi tacere, quando non è permesso che di accennarli.