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LIBRO PRIMO 59

città in vicinanza del monte Circeo, dove la fama narra avvenuto il conversare di Circe con Ulisse. Ma io non vi presto fede sempre che Omero collochi rettamente il domicilio della maga in un’isola. Confesso non di meno che il monte dilungasi entro l'acqua sì, quanto gli è mestieri per acquistare la simiglianza d’un’isola, ed in effetto tale sembra durante grandissimo tratto non solo ai vascelli in corso lungh’esso, ma eziandio a’ pedoni camminandone i lidi: se non che alla fin fine ognuno arrivandovi s’accorge come fosse caduto nell'inganno, e forse il poeta alludendo a questa simiglianza nomò isola quel luogo. E qui rannodo il filo del mio primo discorso.

II. I Gotti raunatisi presso Regeta eleggono a re di lor gente e degli Italiani Vitige, uomo per verità non d’illustre prosapia, ma salito a gloria somma per le battaglie vinte nelle adiacenze di Sirmio, quando Teuderico era in guerra co’ Gepidi. Teodato all’udire queste

    ma più non apparendone vestigio a dì nostri, si crede che questa siasi unita al continente (V. Vet. Lat. II, pag. 243; l’Heyne, Excurs. I ad lib. V Aeneid; ed Omero, Odiss.). Io poi sono di parere col nostro Autore che l’isola indicata dal Poeta fosse il monte stesso circondato dal mare e dalle paludi formate da due fiumi, il maggiore dei quali dicevasi Aufido, per modo che rendea sembianza d’un’isola, in conformità a quanto scrive Strabone. Tarracina si nomò eziandio Trachina, la quale greca voce corrisponde nella nostra lingua ad aspra, montuosa, e forse da questa denominazione guasta e corrotta derivolle poi quella di Tarracina, della quale è in possesso anche ai nostri tempi.