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Lettera di Giustiniano agli ottimati de’ Gotti. Costanziano mandato dall’imperatore con esercito in Dalmazia la sottomette ai Romani. Termina l’anno primo della guerra contro i Gotti |||
Pag. 33
Capo VIII. |||
Belisario entrato in Italia strigne amicizia con Ebrimut, genero di Teodato; quindi assedia Napoli. — Risponde a Stefano, originario di quella città, il quale stoglievalo da tale impresa. — Fermatosi dai cittadini l’arrendimento, Pastore ed Asclepiodoto induconli co’ loro discorsi a cangiare sentenza |||
» 39
— IX. |||
Un prodigio appalesa a Teodato, re dei Gotti, i futuri destini della guerra. — Belisario adoperasi vanamente contro i Napoletani; fatto nondimeno avvertito della via che metterebbelo al possesso della città, ordina che la si adatti con segretezza all’uopo. — Invita quindi i cittadini a composizione, rammentando loro i mali cui soggiacerebbero vinti |||
» 46
— X. |||
Apprestamenti di Belisario per entrare in Napoli armata mano. — L’acquidotto ne fornisce agli imperiali il mezzo. — Eccidio nella vinta città. — Improvvisa morte di Pastore. Alterco fra Stefano ed Asclepiodoto. L’ultimo è fatto in brani dal popolo |||
» 50
— XI. |||
Sospetti pigliati in Roma dai barbari contro il monarca loro. Vitige, creato re dei Gotti, fa morire Teodato. — Sue parole sulla utilità d’un temporeggiare giudicioso, e dell’apprestarsi convenientemente alla guerra. — Presidiata Roma va a Ravenna, e |||