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576 GUERRE GOTTICHE

quelle mura o coll’espugnazione o col mettervi gli assediati nella necessità d’implorare mercede. Se non che il re, nulla curando i brevissimi sentieri alla sua destra, con molte e lunghissime giravolte e quindi per la marina del seno Ionico ebbe mezzo di compiere i proprj divisamenti senza darne il menomo sospetto ai nemici. Narsete allora, fattone consapevole, richiama Giovanni e Filemut, cui fidato avea il passo nella Tuscia, e con essi le truppe di Valeriano testè insignoritesi di Petra Pertusa. Di tal modo riunite sue forze muove alla volta della Campania con tutto l’esercito, dispostissimo a sperimentarvi la sorte delle armi.


CAPO XXXV.

Fenomeni di alcune eruzioni del Vesuvio. — Accampamenti d’ambo gli eserciti. Gottica ritirata sul monte del Latte. — I Romani assaliti. — Eroico valore di Teia. Morto egli le genti sue proseguono a combattere ostinatamente. Chiedono alla fine di terminare la guerra. Consiglio di Giovanni e condizioni della pace.

I. Ergesi nella Campania il monte Vesuvio, il quale soventi volte con romore simile a rugghio getta fuori grande copia di cenere ardente; ma di tali cose ho narrato altrove. Di più le sue viscere, come quelle del monte Etna in Sicilia, dal piè sino alla cima appalesansi, mediante un foro opera della natura, ardenti mai sempre di vivissimo fuoco. Tanta è poi la profondità di quel vano che osando mirare di su la