Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
560 | GUERRE GOTTICHE |
a sè provvede. Non curate inoltre la folta schiera nemica, marmaglia ragunaticcia di svariatissime genti; di tali eserciti, opera il più dell’oro, non sono di fede e costante valore, poichè vuol natura che quanti hannovi popoli tanta siane la discrepanza de’ consigli. Non vi date a credere che gli Unni, i Langobardi e gli Eruli quivi da immenso danaro trascinati sieno per combattere infino all’estremo della vita, chè certamente non l’hanno così a vile da estimarla meno dell’ottenuto danaro: vivomi sicuro in cambio che dopo bella guerresca mostra e’ non si scalderanno di soverchio nella tenzone, memori della già snocciolata mercede e della obbedienza dovuta ai comandi segreti de’ proprj duci. Imperciocchè non le sole cose di guerra, ma pur quelle riputate soavissime dal volgo se in virtù di prezzo o qual tu vuoi forza vengano eseguite e non da sua posta increscono mai sempre e stimansi intollerabili, colpa lo stringente legame. Pieni adunque la mente di questi pensieri facciamoci ad assalire il nemico.»
CAPO XXXI.
Ordinanza d’ambe le fazioni. — Singolare certame — L’ostentazione di Totila nel cavalcare.
I. Gli eserciti dopo le arringhe son posti in ordinanza di fronte con profondissimo e lungo schieramento. Narsete e Giovanni circondati, senza parlar di tutti, da folta mano di lance e pavesai, da gran copia di sceltis-