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556 GUERRE GOTTICHE

l’egual fortuna, il perchè Totila invilito da cotanti vani tentativi rinunziò affatto alla difficile impresa. I cinquanta Romani poi furono proclamati valorosissimi, e più che tutti Paolo ed Ausila, i quali usciti dell’ordinanza illustraronsi con luminosissime prove d’intrepidezza. Imperciocchè messe a terra le impugnate aste e volti gli archi ai nemici avventanne sì accuratamente gli strali che menarono strage d’uomini e cavalli. Votati da ultimo i loro turcassi imbrandirono le spade, e fattosi co’ proprj scudi riparo sostennero, quantunque da soli, l’impeto de’ nemici1. Che se tale de’ cavalieri spronava lor contro per ferirli d’asta, di subito troncavanne la punta colle spade; or mentre respingono siffattamente i continui attacchi de’ barbari la spada di Paolo col lungo tagliar aste si ruppe, addivenendogli così del tutto inutile. Ma egli gittatala di subito in terra, ed abbrancando le armi nemiche strappale di forza agli assalitori; disarmatine di questo modo quattro, al valore di lui è mestieri ascrivere che i Gotti, perduta ogni speranza, desistessero dall’impresa: Narsete poi lo annoverò, in premio di tanto coraggio, tra gli scudati a guardia della sua persona.

  1. Orazio sol contro Toscana tutta.