Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/562

552 GUERRE GOTTICHE

d’agevol guado per l’esercito. Ma volle propizio fato che alla venuta de’ Gotti alcuni Eruli paratisi loro innanzi uccidessero lo stesso Usdrila, e riconosciuto da un Romano spiccarongli dall’imbusto il capo, che tornati all’esercito mostrarono a Narsete con giubilo universale, testimoniando l’accaduto essere il Nume avverso al nemico, il quale nel porre insidie all’imperial condottiero perduto avea il proprio senz’opera d’agguati o come tu vuoi premeditato colpo. Narsete, morto Usdrila, fece alto per tema non l’espugnazione di Arimini o di luogo comunque in mano dei barbari adducessegli indugi ed impedimenti, occupando suo tempo in minori imprese con iscapito di altre molto più rilevanti. La guernigione priva del capo si rinchiude nella città nulla curante che il nemico ristori a suo bell’agio il ponte del fiume, e conduca le truppe alla ripa di contro, dove questa levatasi dalla Via Flaminia volge a manca. Imperciocchè Pietra Pertusa, nome del luogo negli antecedenti libri ricordato, munitissima di per sè stessa ed a pezza occupata dai barbari vietava del tutto agli imperiali di proseguirvi il cammino; laonde il romano condottiero antepose al vantaggio della brevità quello d’una sicurezza maggiore.