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544 GUERRE GOTTICHE

l’imperatore e de’ fatti accordi aveagli spedito due mila e cinquecento valorosissimi guerrieri, fiore delle sue truppe, e con essi altri, forse più di tre mila, combattenti. Venivano poi accompagnati da tre mila eruli cavalieri aventi a primo duce Filemut, da gran turba di Unni, e dalle genti di Dagisteo che riscattò con questo servigio la sua liberazione. Non pochi disertori persiani seguivano Cabade figlio di Zami e nipote del monarca avente l’egual nome, quel desso inoltre che per evitare, come scrivea ne’ precedenti libri, il mal fine decretatogli dal zio Cosroe erasi posto in salvo, sovvenuto da Caranange, presso de’ Romani. Vi miravi eziandio il gepida Aspado valentissimo giovane con quattrocento dei suoi, gente assai destra a trattare le armi, ed Aruto con turba infinita d’Eruli, celebrati a cielo per coraggio nei pericoli della guerra; il duce, erulo anch’egli, non meno glorioso in campo e dalla stessa puerizia sua amatore delle romane costumanze, avea impalmato la figlia di Maurizio di Mundo. A Giovanni soprannomato Faga ed altrove da noi ricordato obbediva una coorte d’invitti Romani. Al postutto Narsete, splendentissimo esempio di liberalità e zelo nel soccorrer alle indigenze altrui e fatto più che potente dall’imperatore, governava di suo pieno arbitrio la somma delle cose. Duci e soldieri aveano già sperimentato così bell’animo, quindi non appena eletto al comando supremo dell’esercito contro a Totila ed ai Gotti mostrossi ognuno prontissimo a seguirne i vessilli, chi per rimeritare il benefattor suo, chi sperandone segnalati vantaggi. Gli Eruli e gli