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LIBRO QUARTO | 541 |
III. Ebbonvi di que’ tempi in Grecia funestissimi terremoti scuotendo sì la Beozia, l’Acaia e tutto il paese intorno al seno Criseo che atterraronvi otto città ed innumerevoli borgate. Infra le prime voglionsi ricordare Cheronia, Coronia, Patre e Naupatto, questa in ispecie compiutamente distrutta. Moltissime furono le umane vittime, ed il suolo scomparso in più e più luoghi passò altrove a far mostra di sè nelle sue prime forme. Hannovi ancora squarciamenti di terra incomodissimi ai trafficatori, obbligati a far lunghe giravolte per trasferirsi ne’ luoghi vicini. Ritrattosi a un’ora il mare in su quel de’ Tessali e Beoti largo si diffuse intorno alle città Echineo e beotica Scarfia, dove ristagnando abbattè incontanente ogni edificio. Tal poi ne allagò la regione che i terrazzani poteano pedestri visitare le isole del seno, le acque ingombrando, in modo superiore a qual tu vuoi pensamento, il suolo infino alle radici de’ circostanti poggi; restituitesi quindi nel proprio letto abbandonarono pe’ campi sì grande copia di pesci che maravigliatine gli spettatori aveanla un vero portento, e credutili idoneo cibo pigliavanne il bisogno loro; se non che approssimati alle fiamme li miravi tosto disciolti e convertiti in fetentissima sanie. Là dove poi la terra s’ebbe nome da quello squarciamento l’orribile terremoto fece d’uomini strage maggiore di quanta lamentava la rimanente Grecia, nel giorno stesso, perchè si fosse ben in colmo la sciagura, celebrandovisi una solennità cui erano accorse genti da tutta la regione; tali furono i destini della Grecia. I Crotoniati col militare presidio sotto il duce Palladio stretti da fierissi-