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LIBRO QUARTO | 533 |
onorevole e d’ogni altra virtù, inoltre vanno in traccia d’obbrobriosa fuga sono accerchiati dagli avversarj e costretti ad un vile arrendimento, ben poche delle sue navi, undici di numero, campandone furtivamente. Gli imperiali ne spensero molti col ferro ed a copia anche maggiore procacciarono morte affondandoli insiem coi vascelli entro l’acqua; l’uno dei duci fu pigliato vivo, ma Indulf ebbe salvezza riparando sopra le fuggite navi, che i piloti non appena messo piede a terra incendiarono, per recarsi quindi tutti pedoni appo gli assediatori di Ancona, dove narrate la sofferta strage si convenne di abbandonare affatto quegli accampamenti, e di aggiugnere con veloce cargo le mura d’Aussimo. I Romani arrivati prontamente ad Ancona, occupanvi le diserte trincee, e rinfrescato di vittuaglla il forte ne riparton di netto, Valeriano tornando a Ravenna e Giovanni a Salona. Questo combattimento rintuzzò fuori misura l’ardire ed il coraggio dei Gotti.
CAPO XXIV.
Nella Sicilia valorose gesta di Artabano a pro de’ Romani. Vani esperimenti de’ Gotti per riappattumarsi coll’imperatore. Felici imprese dei Franchi nell’Italia. — Leonzio imperiale ambasciatore a Teudibaldo di Teudiberto. Dicerie d’entrambi. — La Corsica e la Sardegna in potere dei Gotti. Nella prima delle isole uomini e cavalli di piccolissima taglia.
I. In questo mezzo le romane cose nella Sicilia procedevano dei seguente modo: Giustiniano richiama-