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46 | GUERRE GOTTICHE |
CAPO IX.
Un prodigio appalesa a Teodato, re dei Gotti, i futuri destini della guerra. — Belisario adoperasi vanamente contro i Napoletani; fatto nondimeno avvertito della via che metterebbelo al possesso della città, ordina che la si adatti con segretezza all’uopo. — Invita quindi i cittadini a composizione, rammentando loro i mali cui soggiacerebbero vinti.
I. Gli assediati di nascosto al nemico inviarono a Roma domandando pronto aiuto di truppe al re, ma costui di natura assai pigro, come ho narrato, non avea fatto provvedimento alcuno di guerra. Molti nondimeno aggiungono altro motivo, un prodigio vo’ dire che lo sbigottì, e diedelo in preda a gravissimi terrori, nè tralascio di qui riferirlo sebbene, a mio giudizio, immeritevole di fede. Egli esperto nel consultare gl’indovini e nel prestar loro credenza, ridottosi allora incapace di consiglio, potentissimo incitamento bene spesso a’ mortali di rivolgersi all’arte divinatoria, ebbe ricorso ad un ebreo di gran fama, e il domandò come andrebbe a finire la guerra. E il mago ingiunsegli di collocare trenta maiali in tre cellette, per modo che ciascheduna rinserrassene dieci; di porre nome Gotti alla prima decina, Romani alla seconda, e imperiali soldati alla terza; quindi lascerebbeli rinchiusi per un determinato numero di giorni: e il re con ogni esattezza ne fece il comando. Nel dì stabilito poi andati entrambi a visitare quegli animali rinvennero tutti, meno che due, i soprannominati Gotti privi di vita, pochi essere gli estinti de’ co-