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LIBRO QUARTO 521

ta imperiale soddisfazione, i proprj diritti. Giovanni poi nipote di Vitaliano da lato femminile svernava in Salona, e nello attendimento di lui i duci del romano esercito in Italia stettersi tranquilli. Ebbe fine col verno l’anno decimosesto di questa guerra, la cui storia da Procopio fu scritta.

II. Nell’anno vegnente Giovanni, allorchè avea risoluto di abbandonare Salona e di condurre a dirittura l’esercito contro a Totila ed ai Gotti, ebbe ordine di sospendere la partenza infino all’arrivo dell’eunuco Narsete, ora scelto da Giustiniano a proseguire quella guerra; nè venne mai fatto ad alcuno di conoscere chiaramente il motivo della nuova sovrana determinazione, impercettibili essendo i pensieri d’un monarca ov’egli non consenta di comunicarli; mi limiterò dunque a riferirne le divulgatesi conietture. Giustiniano Augusto fattosi accorto che tutti gli altri duci a lor malincorpo sommessi a Giovanni ben difficilmente ne comporterebbero il comando, paventava non contrarietà degli animi, spirito di parti ed invidia persuadessonli a disordinare, con un oprar lento e svogliato, la somma delle cose. Mi ricorda inoltre di avere udito, nella mia dimora in Roma, da un senatore che regnando Atalarico, prole della figlia di Teuderico, tal giorno sul far della sera dalla campagna veniva menato alla città, passando pel foro della Pace, nomato così dal tempio della Dea ivi esistente ed ab antico percosso dal fulmine, un armento di buoi. Avanti il foro trovi antica fontana sulla quale giace un bue di bronzo, lavoro, se pur non erro, dell’ateniese Fidia o di Lisippo, ve-

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