cessano dal contaminarsi empiamente di atti ostili contro ai Romani, scalpitandone e devastandone senza cagione al mondo le terre; da ultimo ricorda come e’ non ritraggano dai Cuturguri il minor profitto, non partecipando tampoco delle prede loro, e manchino di fede verso i danneggiati, avendovi antico e strettissimo legame di amicizia: con tali rimprocci e col rammemorare loro di quanti doni fossero stati da lui ricolmi per lo passato, col blandimento inoltre di qualche danaro giunse a persuaderli ch’e’ dovessero tosto combattere que’ barbari. Ora essi avendo pigliato seco due mila dei confinanti Gotti Tetrassiti valicarono il Tausi coll’esercito capitanato da Sandilo, uomo di grandissima prudenza e lungamente ammaestrato nella guerra; oltrepassato il fiume azzuffansi col nemico in gran numero mosso ad incontrarli, e la battaglia mercè di valorosissima resistenza durò assai tempo. Gli Uturguri alla fine volti in foga soggiacquero a gravissima strage, ed i ben pochi in vita ripararono dove meglio la fortuna dirizzolli; i vincitori allora colle mogli e colla prole de’ vinti ritrassersi nelle proprie stanze.