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498 | GUERRE GOTTICHE |
CAPO XVI.
Gli imperiali offensori dei Lazj. Uchimerio castello, per opera di Teofobio, cade in potere delle reali truppe. — Gubaze re dei Lazj sverna pe’ monti, e con lettera esortato da Mermeroe ad abbandonare le parti romane si tien fedele.
I. Imperiali e Persiani procacciavano di comporre in Bisanzio la tregua quando Gubaze re dei Lazj, amico tuttavia de’ Romani, scoprì essergli, la mercè di sua fede, insidiata da Cosroe la vita, come si legge negli antecedenti libri. Molti poi de’ Lazj superchiati dalle romane truppe ed in ispecie dai comandanti, propendevano da gran tempo a divenire sudditi della Persia, meno per benevola disposizione degli animi, che per iscuotere l’imperiale giogo, opinando minori dei presenti i mali futuri. Teofobio per tanto, di non oscura prosapia intra essi, promise in clandestino colloquio a Mermeroe di tradirgli il castello Uchimerio, ed ebbene da costui eccitamento coll’assicuranza di farsi così operando amicissimo a Cosroe, e di vedere inscritta nelle memorie persiane col nome di benefizio tale azione; il perchè ne riporterebbe gloria, ricchezze e potenza; inorgoglitosi per sì bello annunzio animosamente diè mano all’impresa. Di que’ tempi non aveavi tra imperiali e Lazj comunicazione di sorta, ma tenevansi da per tutto rinserrati, campeggiando senza tema il nemico, gli uni al Fasi, gli altri in Archeopoli, chi entro fortilizj della regione, e re Gubaze stesso non si partiva dalle cime de’ monti, cosicchè il fellone ben di leggieri potè non romper