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492 GUERRE GOTTICHE

ritto maraviglierà taluno come esperti costoro nell’arte di ribattere gli assalti dati cogli elefanti non attendesserne menomamente i precetti, e come di tali bestie senza motivo al mondo infuriatesi compiessero allora le narrate cose; quali poi sieno gli accorgimenti di tal arte passo ora ad esporre.

IV. Assalitesi da Cosroe e dall’esercito persiano le mura di Edessa ecco avvicinarsi ud elefante su cui erano molti valorosissimi guerrieri chiusi in certa macchina detta Elopoli, cosicchè sembrava prossima la città a dichiararsi vinta, costretti i difensori d’altra delle sue torri a levarsi di là per campare da una foltissima gragnuola di saette. Ben tosto non di meno i Romani coll’appendere un maiale all’abbandonato luogo annientarono l’imminente sciagura: conciossiachè quelle, disagiato e penzolone, cominciò a mandare, giusta la consuetudine di tali bestie, grugniti sì acuti che l’elefante furiando s’arrestò, e quindi con lento rinculare scomparve. Tanto accadde in sì grave congiuntura, ed ora la sola fortuna riparò alla negligenza dei nostri. Venuto poi colla mia narrazione a nominare Edessa non passerò con silenzio un prodigio di cui ella fu spettatrice in epoca anteriore alla presente guerra. Stava Cosroe per rompere la così detta pace perpetua quando tal donna sgravossi d’un feto bicipite e di regolari forme in tutto il resto, e che si volesse da tale diformità pronosticare le posteriori vicende mostraronlo apertamente; addivenuta essendo non solo Edessa e con lei quasi tutta la plaga orientale, ma gran parte dello stesso romano impero cagione di forti contese in tra due prin-