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LIBRO QUARTO 487

giudicando prudente consiglio di fugare in prima costoro, e procedere quindi al divisato assedio, per tema non sopravvenendogli da tergo ne patissero danno le sue truppe. Accostatosi alle mura di Archeopoli salulonne, beffardo, la guernigione, e le annunziò boriosamente il suo ben sollecito ritorno, dopo abboccatosi coi Romani steccati al Fasi. La risposta fu: ne vada pure con Dio ovunque brama; lo assicurano del resto che riscontrandosi con que’ loro commilitoni mai più atterrebbe la promessa. I Romani duci uditone l’arrivo intimorirono estimandosi men forti di quanto voleavi per venire a battaglia, e montati i paliliscalmi là pronti valicarono il fiume, portando seco tutta l’annona di che erano le fuste capaci e gittando il resto nell’acqua onde altri non lo saccheggiasse. Arrivatovi poco dopo Mermeroe colle truppe e vedutene le trincee affatto vuote lo comportò di mal animo, rattristandosene e rimanendo sopra pensiero; messa di poi a fuoco e fiamma ogni cosa, ribboccante di sdegno fecesi indietro battendo la via d’Archeopoli.