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482 GUERRE GOTTICHE

rebbero del meglio loro di tornarne al possesso, e darebbonsi di lancio a tagliare l’acquidotto, rivolse tutti i suoi pensieri ad allontanarne le gravissime conseguenze. Tripartita per tanto l’acqua ivi raccolta, e molto profondato il suolo vi costruì tre canali; uno vo’ dire nella più ima parte, e ricopertolo di terra e pietre in sino alla metà dello scavamento, altro gliene soprappose. Empiuta in fine per intiero la fossa ne aggiunse un terzo a tutti palese; di modo che il canale senza darne il minore sospetto procedeva in tre ordini diviso. I Romani affatto ignari di tale artifizio, al cominciar dell’assedio rottane la visibile parte non cercarono di vie più penetrare abbasso, ed abbandonata immaturamente l’impresa viveansi falsamente certi, gabbati dall’infingardaggine loro, che i rinchiusi patissero già diffalta d’acqua. Col proseguire poi dell’assedio vengono a sapere da alcuni prigionieri nemici che l’acquidotto suppliva tuttavia i bisogni di là entro. Spinto allora innanzi lo scavamento rinvengovi l’altro sottoposto canale, e messolo in pezzi credonsi apportare l’ultimo crollo ai nemici, dal passato non ritraendo profittevoli conseguenze nel caso loro. Espugnata col tratto successivo la città, mirandola provveduta d’acqua, siccome diceva, ne maravigliarono grandemente non potendone argomentare la derivazione. Se non che avutane pur ora dagli stessi prigionieri notizia conobbero ad opera finita la persiana diligenza nelle costruzioni, e la trascurataggine propria nell’eseguito lavoro. Bessa tosto spedi l’intero novero de’ mancipj a Bizanzio e sfasciò delle mura Petra, onde in processo di tempo non ne avessero