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LIBRO QUARTO 463

mero accidente e condussela in Persia. Era costei di romana schiatta, conciossiachè già da pezza i re di colà mandando ambasceria in Bizanzio soleano imparentarsi coll’ordine dei senatori, dalle famiglie loro scegliendo le spose; ne v’è da mettere in dubbio che Gubaze fosse prole di romana donna. Ora piglierò a narrare perchè gli Abasgi ribellassero dall’impero.

II. Questo popolo tolti di mezzo i nazionali sovrani, come testè riferiva, dovè lungamente mirare entro i suoi confini truppe inviatevi dai romani imperatori, i quali ricondotta la regione sotto il dominio proprio aggravaronla di nuovi balzelli. Eglino adunque di pessimo animo comportando l’ingiustissima prepotenza, e pigliati da timore non venissero altra fiata costretti al servaggio, risolverono crearsi nuovamente due regoli, Opsite nella parte orientate, all’Occaso Sceparna. In preda per tanto alla disperazione il giudicato da prima funesto al sopravvenire di più funeste circostanze tornarono ad averlo per lo migliore, ed eccitati dalla mala opinione di que’ governanti addimandarono per occultissime vie la protezione del Medo. Giustiniano avvisatone comandò a Bessa che vi conducesse buon nerbo di truppe, e questi scelti dall’esercito molti combattenti e datane la capitananza ad Uligago e Giovanni figlio di Tomaso incontamente inviolli per mare nell’Abasgia, da dove re Sceparna, chiamato poco prima da Cosroe, erasi trasferito nella Persia. L’altro poi, udito l’arrivo del nemico, s’apprestò con seco tutta la nazione ad incontrarlo.

III. Di là dai confini degli Apsilii all’entrare nel-