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LIBRO TERZO 423

l’isola e di ricuperarla in qualunque modo; se non che, ripensando tosto alla nessuna esperienza di guerra ed alla molta età di quel duce, pentitosi della fatta elezione, vi spedisce Artabano, tornatolo in sua grazia e fregiato del titolo di maestro de’ militi per la Tracia, dandogli per verità poche truppe, ma riparava al difetto loro coll’ordine di riunirvi le genti capitanate da Liberio, il quale veniva richiamato a Bizanzio. Nominò similmente condottiero dell’esercito contro Totila ed i Gotti Germano, prole d’un suo fratello, e fornivalo di copiosissimo danaro acciocchè provvedesse alla scarsezza delle ricevute forze col raccorre le floride schiere della Tracia e dell’Illirico; dopo di che passerebbe in Italia menando seco Filemuto principe degli Eruli colle milizie di lui, ed il suo genero Giovanni maestro dei soldati per l’Illirico e nato da sorella di Vitaliano.

III. Per siffatte vicende uno smisurato amor di gloria animò Germano a debellare i Gotti, bramoso di venir decantato ricuperatore al romano imperio, come diremo, non pur dell’Africa, ma anche dell’Italia. Conciossiachè gemendo la prima sotto la tirannia di Stoza, ed essendosi costui validissimamente confermato ne’ suoi dominij, egli mandato dall’imperatore a combatterlo, vinti in campo di là da ogni espettazione i faziosi, avea lui balzato dal trono, e tornato all’antica obbedienza quelle provincie; geste da me ricordate nei precedenti libri 1; ora ite colla peggio le guerre italiane volea rendersi vie più famoso col racquistare il perduto al

  1. Guerre vandaliche, lib. IV.