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422 GUERRE GOTTICHE


CAPO XXXIX.

I Gotti entro le mura di Castel-Regino, Totila dà il guasto alla Sicilia. — Liberio eletto a comandante dell’armata di mare vien quindi surrogato da Artabano. Germano condottiero dell’esercito. Suoi apprestamenti. — Allegrezza dei Romani. Diogene ricusa di abbandonare Centumcelle.

I. I Gotti assalito in processo di tempo Castel-Regino furono valorosamente ribattuti dal presidio, e Torimuto, di preferenza segnalossi con azioni sol proprie d’animo generoso. Ma Totila non ignorando la carestia di vittuaglia entro le mura vi lasciò parte de’ suoi coll’ordine di guardare attentamente i passi, acciocchè il nemico privo dei bisogni della vita abbandonasse, in forza della fame, sè stesso ed il castello ai Gotti; intanto egli menò l’esercito nella Sicilia risoluto di occupare Messana. Domnentiolo, capitano de’ Romani quivi a stanza e nipote di Buze per femminile discendenza, mosse ad incontrarlo, e data battaglia rimpetto alle mura non v’andò colla peggio; ritiratosi di poi entro la città vi si tenne di piè fermo rivolgendo ogni suo pensiero a custodirla; così poterono i Gotti mettere a sacco impunemente il paese. In questo mezzo gli imperiali co’ loro duci Torimuto ed Imerio chiusi, come narrava, in Regio consumata per intero la vittuaglia s’arrendettero al nemico.

II. L’imperatore a tale annunzio ragunati molti vascelli ed empiutili di bellicosi fanti sotto gli ordini di Liberio commise loro di far vela prontamente verso