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408 GUERRE GOTTICHE


CAPO XXXV.

Disonorato ritorno di Belisario dall’Italia. Presagio delle sue prosperità — Papa Vigilio sollecita l’imperatore alla ricuperazione del suolo italiano. Giustiniano tutto immerso nelle religiose controversie. Longobardi. — Perfidia e prosperi eventi d’Ilaufo.

I. Belisario disonorevolmente pigliò la via di Bizanzio non essendogli riuscito nello spazio di cinque anni d’aprirsi un varco nell’Italia onde con piè franco tornarne al possesso; ma in sì lungo periodo sempre n’andò occulto, fuggiasco, e navigando incerto dall’uno all’altro marittimo presidio, solo buono a costeggiarne di continuo le piagge; Non impedì quindi ai nemici di soggiogare più liberamente Roma e gli altri luoghi; e ch’è peggio ancora abbandonò Perugia, principale città della Tuscia, stretta da crudele assedio, ed alla fine mentre ei viaggiava espugnata. Giunto in Bizanzio vi si fermò sguazzando nelle ricchezze, ed ornatissimo per lo splendore delle antecedenti gloriose geste, di che ottenuto avea dal Nume ben chiaro segno avanti di por mano all’africana guerra. Tale si fu il presagio. Ei nella regione di contro ai bizantini borghi possedea poca ereditaria campagna, Pantichio detta. Quivi non guari prima della partenza colle truppe romane per guerreggiare in Africa Gelimero, le viti riboccarono di uve. I domestici suoi empiti del mosto premutone moltissimi barili, collocaronli, impiastricciati di loto, in alta fossa e poscia interraronli diligentemente. Dopo mesi otto