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382 GUERRE GOTTICHE

sopraggiuntovi da’ luoghi vicini riuscì, facendo pruove da dirsene, a procacciare la salvezza di alcuni: se non che al postutto vi dovè egli stesso mordere il suolo in una a quanti erangli dintorno. Tale avvenimento fu di grave danno e cordoglio ai Romani, che in personaggi di sì eminente valore aveano riposto ogni loro speranza. Dei fuggiti ognuno del suo meglio procurò campare la vita, e di essi primo Barbatione, lancia di Belisario, con altri due entrato a spron battuto in Crotone 1 v’appalesa il danno sofferto, aggiugnendo che sembravagli già vedere presso quelle mura il nemico. Belisario altamente addolorato per sì triste annunzio balzò di subito nelle navi, le quali alzata l’áncora e spinte da propizio vento afferrarono in quel dì stesso a Messana2, città della Sicilia di rimpetto a Regio, ed a settecento stadj da Crotone.


CAPO XXIX.

L’Illirio messo a ferro e fuoco dagli Sclabeni. Tremuoti. Straordinaria inondazione del Nilo. — Presa d’un cetaceo nomato Porfirione. — Totila assedia il castello Rosciano.

I. Di questi tempi le armi degli Sclabeni, valicato il fiume Istro, posero crudelmente a sacco tutto l’Illirico sino ad Epidanno, ed a quanti avvenivansi, non compassionando nè sesso nè età, davan subita morte, o spo-

  1. Città della Calabria Ulteriore, al di là de’ monti in Italia.
  2. Messina.