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LIBRO TERZO 381

provvederebbero di leggieri ai proprj bisogni ed ai foraggi pe’ cavalli, e renderebbero impenetrabili que’ passi al nemico. Imperciocchè i monti della Lucania confinanti col lago de’ Bruzj corrono per modo tra loro uniti da non formare che due angustissime gole, l’una detta latinamente Petra sanguinis, e l’altra Labula. Evvi pure in quel lido Ruscia, porto dei Turj; all’insù poi dopo un sessanta stadj gli antichi Romani edificarono un fortissimo castello, dove Giovanni, occupatolo di fresco, messo avea ottima guernigione.

II. Le truppe di Belisario coll’inoltrare s’avvengono a quelle nemiche, speditevi da Totila per tentare il prefato castello, ed assalitele valorosamente, quantunque ben maggiori di numero, le sbaragliano in poc’ora uccidendone più che dugento. Le altre rincacciate e giunte al campo narranvi a dilungo gli avvenimenti loro. I Romani per lo contrario postisi quivi a dimora, colpa l’assenza del duce e con mal uso della riportata vittoria, cominciarono ad allentare il freno della militare disciplina, più non tenendosi insiem raccolti, nè custodendo attentamente le strette de’ monti; per cumulo poi di trascuraggine pigliavano riposo nella notte entro tende le une dalle altre molto lontane; così pure vagavano del dì in traccia della vittuaglia senza premettere esploratori ne’ luoghi vicini, od osservare la minor cautela. Re Totila avvertito di queste negligenze si avvicinò ad essi con tre mila cavalieri, fior di tutto l’esercito, e rinvenutili, come abbiam riferito, senza ordine veruno e dispersi per la regione li assaltò all’imprevista, li vinse, o pose il tutto in iscompiglio. Faras in questa