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LIBRO TERZO | 377 |
grado conferitogli dall’imperatore. Nè più vi volle per essere dai barbari dichiarato nemico, imprigionato e quindi ucciso. Giovanni ed Arufo coi loro militi si ritrassero a furia in Idrunto, ed i Gotti posti a sacco i romani campi retrocederono colla preda.
CAPO XXVII.
Imperiali truppe in Italia. Temerarietà di Vero duce degli Eruli. Valeriano manda trecento suoi militi a Giovanni. — Belisario per la via di Taranto. Derivazione del nome Scilleo, ed origine di quelli, Cinocefali e Licocranite, dati ad alcune genti.
I. Le militari geste dell’Italia erano quali da noi esposte. Giustiniano Augusto poi in virtù della scrittagli da Belisario deliberò mandare nuove truppe contro Totila ed i Gotti; i primi a partire furono Pacurio figlio di Peranio, e Sergio nipote di Salomone per parte di fratello conducenti seco poca truppa; i quali non appena tocco il suolo italiano vennero incorporati nell’esercito. Comandò poscia che pigliassero la stessa via il duce Vero con trecento Eruli e l’armeno Uarare con ottocento fanti, e da ultimo Valeriano già maestro delle milizie per l’Armenia, con più di mille tra pavesai e lance della sua guardia. Vero apportato il primo a Idrunte e lasciatevi le navi ricusò fermarsi nel campo di Giovanni, e montato in sella co’ suoi proseguì oltre. Uom era di poca levatura, bevitor solenne, e pieno ognora di mal consigliato ardire. Piantato il suo campo vicino a Brindisi città, allorchè Totila ne seppe arti-