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366 GUERRE GOTTICHE

lo sdegno gli animi a tentare cose maggiori delle proprie forze. Gli imperiali fuor d’ogni aspettativa resistono, pigliando, come ragion volea, ben più animo dalla zarosa lor situazione. Dopo sterminato macello di Gotti, saettati continuamente dall’alto, e stanche al fine ambedue le fazioni dalla fatica e dall’accanita contesa giunse la notte a troncare il certame del bel mattino principiato. Ottenebratosi già il cielo i barbari passarono la notte ne’ campi tutti intenti alla medicazione dei feriti; de’ Romani poi altri vegliavano sopra de’ merli, altri, i più coraggiosi, custodivano a muta a muta gli ingressi muniti al di fuori con quantità di triboli all’uopo di ritardare la nemica foga. Ora essi triboli foggiansi connettendo insieme quattro ferree punte, tutte d’una lunghezza, per modo che i raggi loro piglino triangolare forma da ogni lato, e di questa guisa costruiti si gittano a catafascio sul terreno. Laonde nel mentre che tre di esse punte internansi nel suolo, la quarta, sola eminente, ha possa talora di arrestare fanti e cavalli. Che se piè comunque l’abbassi premendola, di colpo sorgene altra non meno agli assalitori molesta1. Così vuol essere la costruzione de’ triboli, e così come narrava ambo gli eserciti passarono la notte sorvenuta alla pugna.

III. Col venturo giorno datosi nuovamente dall’intero gottico esercito un assalto alla città ed incon-

  1. Tribolo, stromento di ferro, di quattro grosse ed acute punte, che si semina sul terreno per trattenere il nemico. Grassi, Diz.