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364 | GUERRE GOTTICHE |
della Calabria, nomato dai Romani Acherontide, e guernitolo con quattrocento se non più guerrieri determinossi a pigliare colla rimanente soldatesca la via di Ravenna, affidando la Campania ai pochi barbari destinati per lo innanzi alla custodia de’ romani senatori ivi in bando.
CAPO XXIV.
Belisario occupa e munisce Roma. — Valorosamente rispinge Totila. — I Gotti rimprocciano di temerità il re loro, e si fanno al Tevere.
I. Allora Belisario da prudente ardire animato determinossi ad impresa, che per verità sembrò da principio ai testimonj di vista o di udita quasi follìa, ma poscia fu giuocoforza dichiararla parto di eccellentissimo ed egregio valore. Commessa dunque la salvezza di Porto a debole presidio calcò egli stesso con tutte le sue truppe la via di Roma ostinatosi di ricuperare la città ad ogni modo. Giuntovi nè potendo riedificare in brev’ora la parte del muro sfasciato da Totila vi supplì con tale artificio. Ragunate le pietre giacenti ivi presso, di fretta sovrappose le une alle altre senz’ordine e cemento per collegarle insieme, non avendovi calce o un che di simile per valersene all’uopo; mirò solo a dare apparentemente forma di muro al suo lavoro afforzandolo in pari tempo al di fuori con fitti palizzati; oltre di che aveagli fatto da prima girare all’intorno profonda fossa, come scrivea negli antecedenti libri: di questa guisa,