Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/35


LIBRO PRIMO 27

persiane costumanze, disertato agli imperiali. A’ cavalieri soprantendevano Valentino, Magno ed Innocenzo; a’ fanti Erodiano, Paolo, Demetrio ed Ursicino; conduceva Enne gl’Isauri; compievano alla perfine il novero delle truppe dugento Unni confederati e trecento Mauri. A tutti i prefati duci poi imperava Belisario avente seco i pretoriani astati e lunghissima schiera d’illustri pavesai; e’ si partiva con Fozio, nato dalle prime nozze di Antonina sua moglie, imberbe ancora, ma d’una prudenza e robustezza molto al di sopra dell’età sua. Ebbe il duce in Bizanzio comandamento di fingere tutto quell’apparato diretto alla volta di Cartagine; ma postosi nelle acque della Sicilia, e pigliatovi terra col pretesto di qualche urgente bisogno, e’ dovea tentare l’isola ed impadronirsene, riuscendovi, a tutto bell’agio, guardandola quindi per modo che non fosse mai più costretto di abbandonarla; ove poi tramettessersi all’opera impedimenti e’ rivolgerebbe le prore verso l’Africa con al tutto menzognero proponimento.

II. Mandò similmente ai capi de’ Franchi un’ambasceria con lettera in questi termini: «Da che i Gotti non solo ricusano di restituire al nostro imperio l’Italia violentemente a noi tolta, ma di più senza una provocazione al mondo ci offesero con forti ed intollerabili oltraggi, vuol necessità che loro dichiariamo la guerra. A voi pertanto si conviene seguire le parti nostre, professando eguali dommi non contaminati dagli errori d’Ario, e non essendoci punto inferiori nell’averli in odio.» Così l’imperatore scrivea aggiugnendo al foglio un presente di molto danaro, e pro-