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LIBRO TERZO 329

mano diritto, di coltivarne studiosamente l’amicizia, e di guiderdonarli con abbondantissimo denaro s’e’ volessero strigner lega seco, ed opporsi agli Unni che mai sempre macchinavano scorribande contro le sue terre. I barbari udite le proposte vi aderirono promettendo ogni cosa, purchè non venissero privi di quel prigioniero innalzatolo nuovamente alla dignità di maestro della romana milizia, protestandosi con asseveranza possessori in lui del vero Chilbudio. Ora questi pieno d’orgoglio per sua buona ventura volea già essere considerato dalle genti siccome il Chilbudio maestro delle romane truppe, e tale millantavasi in ogni suo dire. Mentrechè adunque era in cammino alla volta di Bizanzio per le narrate faccende s’avvenne lungo la via a Narsete, e passati a colloquio tra loro fu scoperto impostore (quantunque sapesse egli di latino, e con sagacità mentisse, fattone da prima studio, molti degli indizj spettanti al morto dell’egual nome), laonde posto in carcere gli fu mestieri appalesare da imo a sommo la trama, dopo la qual confessione il duce menollo a Bizanzio seco; e qui rannodo il filo del mio interrotto argomento.