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LIBRO TERZO | 325 |
ad incontrarlo. Venuti ad ostinata battaglia molti imperiali giuntaronvi la vita, e per colmo di sciagura ebbevi morte Chilbudio stesso; il perchè da quell’epoca in poi essendo ai barbari addivenuto libero il traghettar del fiume le imperiali terre di continuo soggiacevano alle nemiche scorribande, pruova manifestissima che non aveavi in tutta la romana signoria come supplire, per sottrarsi da tanta calamità, il valore d’un solo duce.
II. Intromessasi quindi la discordia intra gli Ante e Sclabeni si passò ai fatti ed alle armi andandone colla peggio i primi; ora fervente la pugna tale degli Sclabeni fe’ prigioniero altro de’ nemici giunto alla pubertà (Chilbudio erane il nome) e sel condusse nella propria casa. In processo di tempo il giovinetto diè prove di grandissima benivolenza al padron suo e di raro valore nella guerra, tal che incontrati molti pericoli a pro di lui e superatili con prodezza somma ebbene alta rinomea. Non molto di poi gli Ante scorrendo la Tracia spogliarono quantità di Romani quivi a dimora e li menarono in servaggio alla patria loro; se non che altri di questi, volpe sopraffina, ed ammaestrato in tutti gli artifizj idonei a gabbare chiunque gli si appresentasse, capitato per sua buona ventura sotto di liberale e mite padrone al vedersi chiusa affatto ogni via di tornare giusta il suo desiderio in quel de’ Romani, macchinò la seguente frode. S’appresenta al padrone, e commendatane la umanità protestagli ch’e’ ne avrebbe dal Nume larga ricompensa; di più, che giammai il suo animo sarebbesi indotto a divenire ingrato verso un cotanto amorevole benefattore, tra breve per lo contrario avrebbegli for-