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310 GUERRE GOTTICHE

cibi sarebbe riuscito più di leggieri e con maggior sicurezza di conservare Idrunto. Valentino come fu buon vento alzata l’áncora si diresse col navilio a quelle mura, ed afferratovi quattro giorni avanti che terminasse il periodo stabilito col nemico s’impadronì del porto spoglio di guardia, e quindi occupò con tutto suo agio il castello. Imperciocchè i Gotti pieni di fidanza negli accordi, e non suspicando per nulla contrarj avvenimenti, si teneano, fuor d’ogni pensiero, in ozio perfetto. Laonde al mirare d’improvviso apportato il navilio toltisi con prestezza di là trasferirono da lontano il campo, e tosto esposero a Totila come si stessero le cose loro: tale, senza esagerazione, fu il pericolo corso dal castello d’Idrunto. Alcuni soldati poi di Valentino, soliti scorrazzare le sottoposte campagne per averne preda, fattisi un dì tra gli altri alla marina appiccarono zuffa co’ nemici e andatine ben bene colla peggio per evitare la prigionia gittaronsi in gran numero nell’acqua. Il resto, perduti censettanta individui, ebbe a grazia di riparare nelle mura. Valentino quindi, rimosso di là l’antico presidio, semispento dai tollerati disagi, vi surrogò gente nuova giusta gli ordini ricevuti, e depositatovi fodero per un anno, si restituì col rimanente esercito in Solona. Di qua Belisario salpato con tutta l’armata di mare prese terra a Pola, e vi fece qualche dimora per mettere in punto l’esercito. Allora Totila, non appena ebbene avviso, volle esplorare con stratagemma le truppe da lui condotte, ed eccone il come. Bono, prole d’un fratello di Giovanni, comandava il pre-