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22 | GUERRE GOTTICHE |
non comune prudenza, di piacevoli e bei modi, e valentissimo nel persuadere.
CAPO IV.
Amalasunta frena la rapacità di Teodato. — Chiamalo, morto il figlio, volendo seco rappattumarsi, a partecipare del regno. — Sua prigionia comandata dall’ingratissimo re. — Al quale Pietro, ambasciadore di Giustiniano, dopo la uccisione di lei intima la guerra.
I. In mezzo a queste faccende molti Toscani presentansi alla regina aggravando Teodato di estorsioni contro tutti gli abitatori della provincia, non contento di appropriarsi violentemente i soli colti di privata ragione, ma sin quelli spettanti alla Casa reale, e nomati patrimonio. Ella uditone chiamalo a dar conto delle rapine commesse, e vedendolo appieno convinto dagli accusatori, l’obbliga alla restituzione di quanto possedea con frode, e poscia rimandalo in patria. Il perchè intromessasi la discordia tra loro, addivenne odiosissima a costui, il quale rodevasi tutto per avarizia, sendo nella condizione di non poter più liberamente offendere, e sbramare di forza l'ardente sete della roba non sua.
II. Atalarico intanto passò di questa vita, consumato da tisichezza, dopo un regno di otto anni. La madre allora disperando affatto di sè, e non dandosi verun pensiero dell’indole di Teodato, nè de’ suoi freschi rigori contro di lui, imaginò che non verrebbegliene danno al mondo ove cercasse di cattivarselo con qualche gran benefizio. Manda perciò chiamandolo, e ve-